Carnevale si avvicina
La demonizzazione del cellulare a scuola é ormai lo sport preferito da tutti i politici che, abbarbicati al loro cellulare quando si devono prendere decisioni per il Paese, vogliono convincere l’opinione pubblica di essere persone serie.
L’ennesima boutade – ormai ad ogni legislatura se ne contano a decine, di destra e di sinistra – é quella riportata dal Messaggero in questi giorni e rilanciata dai vari siti dedicati alla scuola. Non merita neppure, questa ennesima proposta, che si entri nel merito. Basta soltanto rilevarne la noiosa valenza propagandistica.
Il consenso é difficile che manchi. Tutti ormai usano il cellulare in modo compulsivo e dichiarano che é sbagliato farlo. Poi ci sono alcuni radical chic pentiti che non lo usano per poterlo demonizzare mantenendo la coerenza. Pertanto cosa c’è di meglio che vietare il cellulare a scuola, in modo da poter dare il messaggio forte che tranquillizza tutti?
Nella furia proibizionista, vengono vietati anche «altri dispositivi elettronico-digitali nei luoghi e negli orari dell’attività didattica». Nel 2019 l’elettronica e il digitale vanno vietati. Tra le 8 e le 14 niente piattaforme, mail e tutorial. L’attività didattica non può esserne contaminata. Se porta qualche consenso, aspettiamoci anche il divieto dell’orologio.
Attenzione: sono già previsti i «particolari casi specifici», di cui é legittimo prevedere una lunga lista. Che permetterà di gattopardare, ma con un bell’incremento di consenso pagliaccesco verso la sana-politica-di-una-volta che permette e proibisce. In difesa dell’attività didattica! Ci si può credere? Con il massacro sistematico dell’istruzione pubblica?
Tra cento anni, ma nessuno di noi potrà vederlo, c’è da giurare che qualche politico proibirà l’ingresso a scuola senza il cellulare. Servirà questo al suo scopo. Sic transit…….
Pubblicato il 26 gennaio 2019, in Attualità, Educazione e scuola con tag Politica scolastica, Tecnologie digitali. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.
Massí dài aboliamo tutto, alla faccia del Byod, della didattica in rete, dell’educazione ai media… Non era bello penna e calamaio?
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Purtroppo gli imbecilli vedono il mondo o bianco o nero, Il cellulare se lasciato nella disponibilità dell’alunno può trasformarsi in uno strumento di continua distrazione (in media in una mattina ciascun ragazzo riceve almeno cento messaggi). D’altro canto la connessione ad internet può fornire un valido sussidio alla lezione attraverso le ricerca di contenuti multimediali o alfabetici. Ma chi ha la competenza per stabilire quando l’uso di questo strumento ha valenza didattica? Il docente. Sarà il docente che dirà: adesso ricercate le immagini, i testi, i video relativi a quanto stiamo studiando. Stabilire dall’alto e a priori cellulare sì o cellulare no rispecchia una concezione della didattica e una considerazione del lavoro docente maggioritarie e, allo stesso tempo, superficiali e volgari.
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