Archivio dell'autore: Muraglia
Un libretto prezioso

Questo è uno di quei libretti preziosi che aiutano a pensare la politica scolastica come emanazione della storia politica, sociale e culturale di un Paese. I due autori sono – oltre che amici – persone di scuola e di pensiero sulla scuola. Ne raccomando la lettura. Si capiscono un sacco di cose. La storia della “maturità” in fondo è la storia della nostra scuola.
Dalla quarta di copertina:
La storia dei cambiamenti via via introdotti negli esami di Stato, qui ripercorsa dalla riforma Gentile ai giorni nostri anche attraverso testimonianze letterarie, accompagna e spesso segna la storia della scuola e dei suoi rapporti con la società.
I cambiamenti dell’esame, spesso introdotti senza lasciare alla scuola il tempo di assimilarli davvero, hanno risposto più a esigenze e pressioni esterne che alla reale evoluzione della scuola. Oggi ci consegnano un esame finale svuotato di senso e appesantito da scelte e procedure sbagliate, a tutto vantaggio delle tesi di chi lo vorrebbe abolire, privando la scuola della Costituzione del suo suggello finale.
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Parole domenicali: inizia il Paradiso

“Da domenica 12 settembre, senza interruzioni, il cammino ripartirà col primo canto del Purgatorio. Saliremo sul monte fino al paradiso terrestre che raggiungeremo domenica 24 aprile del 2022, con l’auspicio che si tratti anche di un paradiso post pandemia.”
Con queste parole iniziammo il viaggio nel Purgatorio dantesco: era il 12 settembre del 2021. Il Purgatorio è stato scalato e da domenica inizieranno le parole del Paradiso. L’auspicio di quei giorni non solo non si è realizzato, ma è stato mortificato dall’avvento di un nuovo inferno, la guerra in Ucraina. Non per questo la lezione di Dante ci lascia indifferenti, anzi forse ancor più sarà necessario affermare tutti gli orizzonti che circolano nella cantica del Paradiso: pace, comunione, rispetto, affetto, ascolto, disponibilità, bellezza, leggerezza, ma anche consapevolezza, studio, responsabilità, cultura, riflessione, profondità. Tutto questo ci interpellerà ancora di più. Da domenica prossima comincerà il nuovo viaggio per altre 33 settimane.
Quel che saremo a dicembre, a conclusione di tutto, lo dirà la storia.
Un anno senza Giancarlo Cerini

Era di quelle presenze che ti danno la sensazione di latitare per settimane o mesi. Ma quando la posta elettronica o whatsapp lo facevano ricomparire era come se ci si fosse sentiti o scritti il giorno prima. Nel frattempo aveva messo insieme cento idee, ma quel che colpiva è che di quelle cento alcune erano ritagliate precise per te, e quando ti chiedeva di scrivere questo o quell’altro dentro una cornice che lui aveva elaborato ti sembrava che proprio di quello ci fosse bisogno in quel preciso contesto. Conosceva perfettamente vocazioni e talenti di tutti, e a ciascuno chiedeva quello che era di stretta pertinenza dell’interessato. Un vero direttore d’orchestra che conosceva i suoi musicisti.
Un anno senza Giancarlo. Senza l’imprimatur. L’imprimatur è quella sensazione, anche se non espressa, di valere, di poter fare qualcosa di utile per la scuola. L’imprimatur è quel pensare a lui mentre scrivi, indovinare cosa ne penserebbe. Soltanto quando mi occupavo di Dante non si sentiva particolarmente coinvolto, per ovvia diversità di interessi. Eppure il ventisettesimo canto del Purgatorio ha un’espressione che ben si potrebbe adattare al ricordo di lui. Quando Virgilio, la guida, scompare alla vista di Dante, il poeta esclama: Ma Virgilio n’avea lasciati scemi di sé. Appunto, Virgilio ci aveva lasciati privi di sé. E forse, davvero, anche un po’ più “scemi” quando vogliamo capire qualcosa di questa scuola sgarrupata.
Il prossimo 27 aprile lo ricorderemo a Palermo. Qui la locandina.