The game

A. BARICCO, THE GAME, EINAUDI 2018, EURO 18,00

Che si ami o non si ami il Baricco teorico della contemporaneità, questo libro è ineludibile. E’, come l’autore stesso lo definisce, un viaggio attraverso la costruzione del Game, ovvero del grande gioco che ha segnato una cesura col modo di pensare, comunicare e vivere novecentesco. Le pagine di Baricco ci raccontano la grande avventura che dai primi videogiochi della fine degli anni Settanta ci ha condotto fino alla vita social e alla trasformazione dei telefonini in veri e propri ambienti di cultura e comunicazione.

I temi sono tanti, e vanno dal rapporto tra superficialità e profondità al tema delicatissimo della verità, cui Baricco dedica pagine assolutamente illuminanti. Profondamente esplorato e centrale è il tema del tramonto delle élites e della disintermediazione creata dalla postura uomo-tastiera-monitor, che l’autore vede come una vera e propria profonda mutazione antropologica.

Si tratta, per seguire la sua stessa metafora, di una vera e propria mappatura storico-critica delle forme digitali che hanno trasformato l’esistenza degli umani post-novecenteschi. Sbaglierebbe chi attribuisce a Baricco un ingenuo ottimismo. Il libro contiene anche le criticità che attendono di essere affrontate affinché si possa parlare di umanesimo anche nell’ambiente comunicativo e culturale del Game.

Val la pena di leggerlo, anche soltanto per esplorare in una panoramica avvincente tutti gli spazi digitali in cui ci troviamo a vivere. Se c’è un’idea forte che andrebbe meditata bene, è quella che rovescia la tradizionale impostazione che vede la rivoluzione tecnologica come causa della rivoluzione mentale. Per Baricco è esattamente il contrario, e lo esprime così: “Una certa mutazione mentale si è procurata gli strumenti adatti al suo modo di stare al mondo e lo ha fatto molto velocemente: quel che ha fatto lo chiamiamo rivoluzione digitale. Continuate a invertire la sequenza e non fermatevi. Non chiedetevi che tipo di mente può generare l’uso di Google, chiedetevi che tipo di mente ha generato uno strumento come Google. Smettetela di cercare di capire se l’uso dello smartphone ci disconnette dalla realtà e dedicate lo stesso tempo a cercare di capire quale tipo di connessione alla realtà cercavamo quando il telefono fisso ci è sembrato definitivamente inadatto” (p.31).

E tanto altro ancora su cui è utile riflettere. Per comprendere meglio il mondo che abitiamo, da dove siamo partiti e dove possiamo o vogliamo arrivare. I nostri giovani che in questo mondo sono nati e cresciuti spesso non sono in grado di dare spessore storico-critico all’acquario in cui nuotano. Questo libro, scritto da un novecentesco, e ben mediato da noi novecenteschi, potrebbe aiutarli a capire e a progredire.

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