Tecnologie, relazioni digitali, apprendimento
Ancora un’occasione per ragionare di cose che qualcuno continua a definire “nuove” (tipo nuove tecnologie ecc.). Vi do occasione di ragionare ancora sul rapporto tra scuola e web con tre contributi. Prima un’intervista comparsa su “Repubblica” di qualche giorno fa ad Antonio Casilli sul tema delle relazioni che si instaturano in rete. Poi, proprio ieri, l’uscita, sempre su “Repubblica” del linguista Raffaele Simone, che, come gran parte degli universitari umanisti o dei giornalisti attempati, quando si avventura sulla scuola e sull’apprendimento, non sa bene di che parla. Per fortuna ci ha pensato il pedagogista Maurizio Tiriticco a far giustizia della dinosaurite sempre in agguato. Leggetevi quanto scrive, e tenete conto che costui ha più di ottant’anni d’età.
Il vizio di tanti discorsi, lo dice bene il buon Maurizio, è sempre quello di discutere di oggetti e non di gestione degli stessi. Vizio ancor più pernicioso quando si parla di scuola e di “oggetti” da usare a scuola. Ci sono mille oggetti, mille metodi e mille strumenti che possono essere utili per agevolare l’apprendimento, sol che li si sappia usare. Se non li si sa usare, si lasci perdere, si utilizzino le modalità tradizionali e si eviti di pontificare su ciò che non si conosce, anche perché è rarissimo trovare insegnanti che, pur sapendo usare bene qualcosa, rinuncino ad usarla. Più spesso si trovano volpi che discutono di uva……
Pubblicato il 13 gennaio 2012, in Cultura e società, Educazione e scuola con tag Istruzione, Tecnologie digitali. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
Volevo parlartene, c’è un interessante convegno della Erickson sui modi di apprendere dei “nativi digitali” Abbiamo molto da imparare e sicuramente la distanza generazionale che si è creata fra docenti e alunni non aiuta.
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