La scuola “affettuosamente” in presenza

Questo rientro siculo di domani magari per due soli giorni, alle soglie della zona arancione, ha tutti i caratteri della stoltezza e di un tatticismo politico sgradevole. Il governo nazionale lunedì sera esibisce la sua prosopopea sulla scuola in presenza – ben guardandosi dall’estendere a tutti l’obbligo vaccinale – ignorando che la scuola che si profila a partire da domani sarà in presenza per metà e per metà a distanza, con mortificazione della parte a distanza, che non capirà niente di quel che si fa in classe, e di quella in presenza, che respirerà l’aria infetta dal virus a sua volta infettata dall’ansia viscerale di docenti e dirigenti che penseranno soltanto a come uscire indenni.
Ho letto qua e là, anche nei social, appelli patetici nella direzione della scuola in pseudopresenza da parte di docenti che sembrano più attraversati da pulsioni romantiche, come il nostro ministro pro tempore, che da una considerazione attenta della situazione reale. I nostri ragazzi sono trattati o come dei poveri molluschi tutti inclini al d-i-s-a-g-i-o-p-s-i-c-o-l-o-g-i-c-o da pareti domestiche (sempre meglio della trincea o dei cartoni per strada) oppure come soggetti che vanno tenuti dentro il contenitore ammorbato pur di evitare che se ne vadano in giro oppure che si pestino i piedi in casa con sorelline e fratellini.
La dispersione scolastica che la DAD procurerebbe la trasferiamo in queste aule a zero ventilazione, con alunni non contagiati ma non vaccinati, con docenti impauriti che neppure si salutano per non contagiarsi (belle lezioni…), con dirigenti impazziti e blindati nelle presidenze dietro a certificazioni e circolari. Questo permette al nostro ministro pro tempore e ai suoi seguaci (per convinzione o per tatticismo politico) di affermare orgogliosamente che la scuola resiste in presenza e che gli alunni sono tutti sorridenti (con gli occhi), perché la DAD è una “catastrofe culturale”, come ha scritto qualcuno, ed è vero: la DAD è una catastrofe culturale quando è fatta da docenti le cui lezioni in presenza sono già una catastrofe culturale.
Pubblicato il 12 gennaio 2022, in Attualità, Educazione e scuola con tag Politica scolastica. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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