Ci hanno preso per i fondelli

Arrivati a questo punto noi siciliani vaccinati e unici italiani in giallo possiamo ritenerci presi per i fondelli.

Per almeno sette ragioni.

  1. Ci hanno detto ALLORA che per uscire dalla pandemia occorreva il vaccino. Ci siamo vaccinati.
  2. Ci hanno detto ALLORA che coloro che non vogliono vaccinarsi vengono meno a un “dovere morale e civico” (Mattarella). Abbiamo pensato di assolvere a un dovere morale e civico.
  3. Ci hanno detto ALLORA di scaricare una carta straccia chiamata greenpass. Lo abbiamo scaricato.
  4. Ci fanno ORA assistere, per dimostrare che non siamo in una dittatura, alla tutela di una specie protetta che non crede nella scienza e blatera pubblicamente scemenze, quando non manda pallottole a domicilio. E quindi subiamo la dittatura di questi squallidi personaggi e dei loro garanti interessati ai loro voti e alle loro tessere. Oppure interessati a trovare una vetrina anticonformista per dimostrare a se stessi di esistere.
  5. Ci fanno assistere ORA alle petizioni o alle contorsioni dialettiche dei sindacati scolastici che non vogliono il greenpass però lo vogliono se anche gli altri, ma se invece gli altri allora noi, ma invece noi e perché no gli altri perché la comunità educante il lavoratore la discriminazione blabla. Mentre la gente muore. Congratulazioni.
  6. Ci fanno vedere ORA ordinanze emanate e ritirate per paura di perdere consensi. Ciascuno conosce il proprio elettorato. Elezioni non lontane in Sicilia. Felicitazioni.
  7. Ci obbligano ORA a rimettere mascherine e subire restrizioni insieme a coloro che hanno scroccato immunità grazie al nostro rischio vaccinale.

Lo riconosce anche il neogarantista e liberale Musumeci: “Quanto sarebbe ingiusto far pagare a tutti il duro prezzo di chi non vuole vaccinarsi”. Quella che il presidente chiama ingiustizia io la chiamo presa per i fondelli. Ci hanno fatto convincere di avere agito da cittadini e ci stanno abbandonando al nostro destino come dei pirla. A festeggiare è la nuova élite culturale italiana, tutta concentrata in Sicilia e vestita di giallo-clown, fatta anche ahimè da insegnanti e persino da dirigenti scolastici che, unica nel nostro Paese, ha a disposizione fonti inattaccabili, che la rendono capace di smascherare tirannie, complotti, conati dittatoriali. Sono i nuovi inquisitori e i nuovi partigiani in cerca di nuovi Galileo da condannare e di nuovi Hitler da rovesciare. Nani, saltimbanchi e ballerine in cerca di visibilità che non hanno mai letto una riga di storia e non capiscono nulla di scienza vomitano storia e scienza sui social sotto lo sguardo ruffiano dei nuovi Schettino, che avrebbero il compito di legiferare in forma perentoria per la salute pubblica (subito legge su obbligo vaccinale senza se e senza ma per tutti i cittadini italiani salvo controindicazioni SERIAMENTE certificate) e invece fanno loro tiratine d’orecchie fregandosene di chi muore negli ospedali.

È vero. È una dittatura. La dittatura dell’Imbecillità collettiva. Perde chi crede nelle istituzioni politiche e scientifiche. Vince chi urla va in piazza e manda pallottole. Viva l’Italia e ed il suo fiore all’occhiello, la Sicilia.

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Informazioni su Muraglia

Insegnante, blogger di servizio

Pubblicato il 28 agosto 2021, in Attualità, Cultura e società con tag . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.

  1. Carissimo Maurizio, condivido il senso del tuo post, ma, scusami, non le parole scelte e i toni. Le persone cui fai riferimento vanno ascoltate e sarebbe opportuno averci un dialogo -certamente, non su Facebook o per vie indirette, perché questo non è dialogo. Sostengo convintamente che l’unico modo che vedo è organzzare incontri con virologi di diverse impostazioni ai quali possano porre domande de visu, avere risposte, controrispondere – se possono. Il resto non aiuta nessuno. Né “loro”, né “noi”. Un abbraccio.

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    • Carissimo Andrea, il senso, le parole scelte e i toni, come mi insegni, non sono scindibili e rappresentano l’indignazione di fronte al trionfare, che dovrebbe ripugnare anche a te, dell’ignoranza e dell’arroganza.

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