Tolga il disturbo prof
Sabato scorso ho deciso di andare in libreria per comprare l’ultimo libro di Paola Mastrocola che si intitola “La passione ribelle”. Ho deciso di impegnare 14 euro. L’ho preso e ho cominciato a leggerlo. Sono 150 pagine e ne ho lette 15. Devo resistere. Devo continuare fino alla fine. Nelle prime 15 pagine l’autrice fa capire cosa girerà e rigirerà per tutto il libro, cioè le prime due righe: “Lo studio è sparito dalle nostre vite. Nessuno studia più. Se ne può fare a meno. E non ci piace, né per noi né per i nostri figli”. Il primo capitolo è tutto così. Apodittico. Studiare non piace. La cultura è finita. Chi studia è uno sfigato. Prima gli insegnanti studiavano. Ora no. Oggi si esibisce l’ignoranza. Prima-ora. Allora-oggi. Un tempo-ai nostri giorni. Non si salva nessuno. Neppure Pennac, quando dice che a scuola andava male. Quando lei era giovane era studiosa, ma non poteva dirlo per non essere presa in giro. Quindi a quanto pare anche prima nessuno studiava. Ma lei sì. Come Leopardi. E lei voleva essere come Leopardi, ma poi… “ho capito che non sarei mai diventata Leopardi. Fu una delle più cocenti delusioni”. E chiude qui il primo capitolo. Possibile che nelle pagine successive la musica cambi? Non ha importanza. Devo resistere e andare fino in fondo, prima di chiederle gentilmente, parafrasando un suo stesso libro: “professoressa Mastrocola, tolga il disturbo please”.
Pubblicato il 15 ottobre 2015, in Cultura e società, Educazione e scuola con tag Libri. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.
Grazie Maurizio, non credo proprio che sarei andato a comprarlo, la tua recensione toglie ogni dubbio.
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Dispiace per i quindici euro!
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