Il Prof. Keating se n’è andato

imagesIl Prof. Keating de “L’attimo fuggente” è inattuale. Ci ha fatto sognare tutti e molti di noi vi si sono rispecchiati. Cominciai a insegnare due anni prima di quel film e non posso negare di esserne rimasto sedotto. E tutt’ora lo sono. E non mi faccio scrupolo di far cose strane in classe, di far ridere i miei alunni, di ridere con loro, se è il caso di strappare una pagina del libro di testo. E di fare altre cose che hanno il solo scopo di far sentire che l’avventura della conoscenza è la cosa più bella che ci sia, anche nei rischi che comporta. “Lei ci mette in crisi”, ancor oggi mi sento dire. E ripenso a quel film. Ma in tempi di Invalsi, di punteggi, di voti numerici, di graduatorie, di standard e di profili in uscita mi sento non poche volte profondamente inattuale. L’autonomia scolastica avrebbe potuto e dovuto liberare energia, creatività, divergenza, facendo giustizia dei vecchi noiosissimi programmi, e invece i nostri Esami di Stato sono il trionfo del conformismo e del nozionismo. Uno come Keating non avrebbe avuto cosa scrivere in un documento del 15 maggio perché un occhiuto commissario esterno avrebbe subito avuto qualcosa da ridire sulla “completezza dei programmi” e sulle “griglie di valutazione”. La scuola che cacciò via Keating non è meno burbera di questa di un quarto di secolo dopo, che non caccia nessuno dalle classi ma insegue i meritevoli promettendo lauti guadagni a chi assumerà incarichi organizzativi o porterà innovazioni tecnologiche strepitose. Non sono convinto che oggi salire sulla cattedra ed esortare a strappare pagine dai libri di testo costituirebbe criterio preferenziale per l’attribuzione del merito. Con buona pace di coloro che cercano ogni mattina di fare qualcosa che per i nostri ragazzi abbia il sapore della libertà.

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Insegnante, blogger di servizio

Pubblicato il 14 agosto 2014, in Attualità, Educazione e scuola con tag . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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