Dieci domande impertinenti sulla scuola che valuta
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Perché il MIUR ha voluto rendere l’esame di terza media un massacro? Così si capisce prima chi può e chi no?
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Perché queste benedette competenze si devono certificare a 14 anni e poi a 16? Così a 14 si capisce prima vedi sopra?
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Perché le prove Invalsi per la fine del biennio delle superiori sono difficili anche per i docenti? Chi le prepara ha mai visto un quindicenne?
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Perché le prove Invalsi spacciano per risposte chiuse risposte interpretative e apertissime? Chi le prepara?
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Perché la seconda prova di greco del Liceo Classico era così mostruosamente difficile? Così imparano a sentirsi genietti?
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Perché il MIUR ha deciso di rendere sempre più difficili tutte le prove centralizzate? Vuole elevare il livello degli studenti? Con le prove? E con i tagli poi lo abbassa?
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Perché questo giro di vite coincide con l’insistenza sul M-E-R-I-T-O (di chi?)? Perché così ci liberiamo di questi rompi…. della scuola inclusiva?
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Perché gli insegnanti delle quinte da decenni hanno deciso che i ragazzi non devono sapere niente della loro epoca o di quella immediatamente precedente? Perché….non ne sanno niente neppure loro?
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Di cosa si discute agli scrutini di scuola elementare e media, dal momento che i voti sono “oggettivi”? Non è che forse….non lo sono? Ma non l’aveva detto Tremonti?
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Perché il MIUR di tutti i colori politici vuole cambiare la didattica attraverso gli esami di tutti i tipi anziché attraverso la formazione in servizio? Anziché fare retroagire le prove sulla didattica non si può fare agire la didattica sulle prove?
Pubblicato il 21 giugno 2012, in Educazione e scuola con tag Didattica, Istruzione, Scuola media, Studenti. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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