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800 anni col Cantico di Frate Sole

Francesco d’Assisi finisce per essere attuale in quanto inattuale. A scuola, quando si inizia la Letteratura italiana, si comincia proprio da lui, perché è il primo che vuole fare opera di letteratura nella lingua che parla la gente. Quel Cantico lo volle messo in musica ma la musica non l’abbiamo. Abbiamo però il capolavoro di Angelo Branduardi, composto nell’anno del Giubileo 2000, un album dal titolo “L’infinitamente piccolo” che ripercorreva la spiritualità di Francesco. In questi giorni la cantautrice Patrizia Cirulli, ancora nell’anno del Giubileo, ha rivisitato l’album di Branduardi producendone una versione molto accattivante dal titolo “Il visionario”.

Francesco è vivo, si direbbe. Vivo ed attuale perché in quel Cantico del 1225 sembra aleggiare paradossalmente la più profonda inattualità. Ed ogni inattualità rappresenta la sfida ad autocomprendersi. Persino al suo tempo, per certi versi, il Cantico poteva apparire inattuale. Francesco, gravemente malato ed in punto di morte, celebra Dio in ciò che lo rende presente tra gli umani. L’immaginario medievale era propenso a svalutare le realtà di questo mondo in omaggio alla trascendenza di Dio, ma questo testo rappresenta un vero gesto eversivo, perché eleva uno sguardo pieno di stupore e di ammirazione verso tutto ciò che di materiale ci circonda. E’ lo sguardo di un fanciullo, ovvero di chi è reso fanciullo di fronte alle eccedenti meraviglie prodotte dall’ “Altissimu, onnipotente bon Signore” del primo verso.

Di fronte alla bellezza del creato, l’uomo si fa fanciullo, e diventa capace di vedere lo splendore del sole, della luna e delle altre stelle, la fecondità del clima, la preziosità dell’acqua e del fuoco, la “maternità” della terra. Le cose per Francesco non sono ovvie, ma sono “belle”, e questo Cantico aiuta a riscoprire la bellezza delle cose che ci permettono di condurre la nostra esistenza. Qualsiasi fuga spiritualistica dal mondo riceve da questo testo una fiera contestazione. Inattuale appunto.

Il verso riferito al sole “De te, Altissimo, porta significatione” è chiave di lettura del testo. Ogni cosa per Francesco è portatrice di un’eccedenza di senso. Gli elementi della natura certamente,  ed i viventi tutti che la natura sostiene, ma anche gli esseri umani portano qualcosa di Dio con sé, come segnala la terza ed ultima parte del testo, aggiunta forse successivamente in virtù dell’aggravarsi delle condizioni di salute del santo.

Sii lodato, mio Signore, in coloro che sanno perdonare in nome del tuo amore e sanno sostenere malattie e sofferenze nella pace. E che sanno affrontare la morte confidando  nella tua misericordia. Quella morte “da la quale nullu homo vivente pò skappare”. Anche la morte è ricondotta alla visione riconciliata con l’esistenza che Francesco ci offre. Tutto è riconciliato nella gioia esistenziale espressa dal fraticello di Assisi, natura, spirito, vita e morte. Ogni attenzione per la concretezza del vivere e del sentire ha in questo testo radici forti.

Meraviglia ed essenzialità. Tempi in cui tutto si sa e si può sapere e di niente ci si meraviglia, tempi in cui l’essenziale è sommerso dal visibile e dal superfluo e tempi di sistematica devastazione ecologica, leggono il Cantico come qualcosa di opaco, che non ha diritto di cittadinanza. Quasi un secolo dopo la morte di Francesco, Dante Alighieri disegnava la vita di Francesco dentro un discorso sulla Sapienza (canto XI del Paradiso). Dante individua nella povertà il centro unificante della sapienza francescana, fino a raffigurare il rapporto tra Francesco e la povertà come un rapporto amoroso. La vita di Francesco si è svolta sotto il segno della sottrazione, che rappresenta il paradosso cristiano, per il quale si guadagna se si perde e si perde se si guadagna. La povertà francescana è prima di ogni cosa povertà dello spirito umano dinanzi all’avere, al potere e al sapere. L’opulenza cui si fa fatica a rinunciare è sfidata da questa pennellata dantesca, che individua in Francesco l’emblema di una vita gioiosa nella sottrazione. Imparare ad usare il segno meno sembra la vera sapienza. 

Leggiamo: Chiara Frugoni, Vita di un uomo: Francesco di Assisi (Einaudi 1995); Chiara Mercuri, L’avventura di un povero cavaliere del Cristo. Frate Francesco, Dante, madonna Povertà (Laterza 2023); Intervista di Chiara Mercuri a Franco Cardini del 15.03.2025.

Parliamo di invidia

Cento parole per cento canti

Si vedono in giro molti modi per celebrare l’anno dantesco. A ciascuno corrisponde un’intenzione di lettura. Personalmente credo che frequentare Dante come forse avrebbe voluto lui stesso vuol dire tentare di meditare i significati della sua poesia. Si leggono pubblicazioni erudite, per chi vuole “saperne di più” su Dante (vedi l’ultima osannatissima e noiosissima del pur magnifico Barbero), ma penso che sia più importante andare in profondità. E ogni canto della Commedia, a suo modo, è un’occasione per andare in profondità. Da ciascuno di essi infatti è possibile estrarre un tema umano di fondo, magari condensato in una parola usata (anche ripetutamente) da Dante stesso. Cento parole per cento canti. Mi accingo a tentare di scovarle. Una alla settimana. Di domenica. Come a comporre un breviario laico di cento settimane. Cominciando da domani 17 gennaio 2021 fino a domenica 11 dicembre 2022. Salute permettendo, ed è proprio il caso di dirlo.

Il format sarà semplice perché si tratta appunto di andare in profondità, non in estensione. Una o due terzine in cui la nostra parola dantesca compare in modo significativo, più dieci righe meditative. Stop. Una sorta di oasi ad ogni tappa testuale del suo viaggio, che si spera possa essere anche il nostro viaggio attraverso la pandemia: dalla selva oscura alla felicità. Questo blog archivierà i cento spunti meditativi in modo che sia possibile ritrovarli (e scaricarli chi vuole) sempre. L’auspicio è che ci siano compagni di strada desiderosi di accostarsi alla sapienza dantesca.

A domani con la prima parola per il primo canto. Che sarà, guarda che coincidenza di questi tempi, PAURA.   

 

 

 

 

 

Educare al piacere di leggere

Leggiamo per piacere

Un successo alla Feltrinelli

La presentazione congiunta del nuovo romanzo di Francesco Scrima “L’ombra dell’addio” e del libro di poesie di Claudio Gerbino “Il vero dell’animale” (edizioni Torri del Vento) ha riscosso grande successo di pubblico ieri pomeriggio alla “Feltrinelli” di via Cavour. Qui di seguito una documentazione fotografica dell’evento realizzata da Stella Verde.

Qui la presentazione dei due testi da me offerta per l’occasione.

Scrima Muraglia e Clementi prima dell'evento

Scrima Muraglia e Clementi prima dell’evento

Daniela ferrantello moglie di Francesco Scrima

Daniela Ferrantello moglie di Francesco Scrima

La mamma di Claudio Gerbino

La mamma di Claudio Gerbino

Rinaldo Clementi che ha letto brani dai due libri

L’attore Rinaldo Clementi che ha letto brani dai due libri

Clementi Muraglia e Scrima

Clementi Muraglia e Scrima

La mamma di Claudio Gerbino con la figlia Giovanna

La mamma di Claudio Gerbino con la figlia Giovanna

Maurizio Muraglia con Lidia Follone e Ghita Spoto

Maurizio Muraglia con Lidia Follone e Ghita Spoto

Il pubblico presente alla Feltrinelli

Il pubblico presente alla Feltrinelli

Il pubblico

Il pubblico

Roberta Cusimano della Feltrinelli introduce l'evento

Roberta Cusimano della Feltrinelli introduce l’evento

Rinaldo Clementi legge brani dal romanzo di Scrima

Rinaldo Clementi legge brani dal romanzo di Scrima

Maurizio Muraglia presenta i due libri

Maurizio Muraglia presenta i due libri

Muraglia

Muraglia

Francesco Scrima presenta il libro di Claudio Gerbino

Francesco Scrima presenta il libro di Claudio Gerbino

Clementi legge poesie dal libro di Claudio Gerbino

Clementi legge poesie dal libro di Claudio Gerbino

Clementi Muraglia e Scrima

Clementi Muraglia e Scrima

Scrima

Scrima

Il dibattito

Il dibattito

Un intervento

Un intervento

Muraglia coordina il dibattito

Muraglia coordina il dibattito

Scrima intrattiene i presenti alla conclusione dell'evento

Scrima intrattiene i presenti alla conclusione dell’evento

Alla Feltrinelli il 13 marzo

Il prossimo 13 marzo alla libreria Feltrinelli di via Cavour, alle ore 18, saranno presentati due libri: il nuovo romanzo di Francesco Scrima ed il postumo libro di poesie di Claudio Gerbino.

Feltrinelli 13 marzo