Buste colloquio: noto o non noto?
Questi sono i mistici giorni delle Interpretazioni. I ragazzi trepidano perché non sanno cosa troveranno nelle famigerate buste del colloquio. Un artigianale monitoraggio dei lavori delle commissioni fa vedere quanto già profetizzato: che ci mettiamo? Cose note o non note? Che dice l’Ordinanza? “In coerenza col Documento del Consiglio di Classe”. E che vorrà dire? E da qui faq, linee guida, conferenze di servizio. Risultato: chi ci mette l’argomento studiato durante l’anno e chi lo evita ma mette qualcosa che lo richiami. Noto o non noto? Ma se fosse noto, che pericolo ci sarebbe? E se fosse non noto che vantaggio ne avremmo?
La verità è che si brancola nel buio tutti. Legislatore incluso. E’ chiara solo la pars destruens: basta con la terza prova e con la tesina. E forse un pizzico di pars construens: basta col nozionismo. E poi? Lo diranno i posteri e i poveri ragazzi che dovranno pregare i santi di trovare docenti intelligenti e… trasversali!
Pubblicato il 18 giugno 2019, in Educazione e scuola con tag Esami di stato, Politica scolastica. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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