I bambini pensano grande
Venerdì 28 novembre alle 17,30 ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo si presenta il libro di Franco Lorenzoni “I bambini pensano grande”. Saranno presenti anche il presidente nazionale del CIDI Beppe Bagni e la neopresidente del CIDI di Palermo Valentina Chinnici.
Appuntamento da non perdere.
Tutto sulla locandina.
Pubblicato il 26 novembre 2014, in Educazione e scuola con tag Educazione, Istruzione, Libri. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
I bambini pensano in grande,ma noi insegnanti siamo impegnati in altro e non troviamo il tempo di ascoltarli,siamo presi da mille incombenze che vanno,nel migliore dei casi ,dal programma alla valutazione,passando per un tentativo sghembo di essere formatori,nel peggiore dei casi si sta lì a cercare di far passare l’ora di lezione con leziosi intrattenimenti o veri e propri tentativi di “addomesticamento”.Intanto il bambino/a/ragazzo/a sta lì a chiedere più o meno implicitamente o esplicitamente attenzione sul suo bisogno formativo e voglia di espressione.Abbiamo davanti un universo da scoprire e ci fermiamo alla minima difficoltá,al minimo deragliamento.Eppure basterebbe ascoltare gli alunni,cercare di far emergere le loro capacitá , i loro talenti,che spesso non coincidono con le attività scolastiche,per scoprire e far scoprire un mondo sommerso…..quando riusciamo a lasciare soli gli alunni di apprendere ,di costruirsi il loro percorso,ci accorgiamo che i risultati sono davvero alti,e per tutti,ma non sempre i risultati coincidono con i programmi ministeriali.Ma questo avviene raramente,perchè loro si aspettano dalla scuola,stereotipata,un organizzatore invadente,spesso un dispensatore di sapere e non si mettono in gioco perchè è faticoso ,anche se bello.Ma se si coinvolgono veramente i ragazzi nel processo formativo qualcosa si ottiene,(perchè non proporre agli alunni un loro piano di lavoro?)..Magari non diventeranno più bravi scolasticamente,ma verranno a scuola con piacere perchè lo spazio e il tempo della scuola diventa di tutti… pertanto è la scuola “sbagliata”no l’alunno “difficile”‘,perché quest’ultimo avrá messo in campo una serie di abilitá “diverse” che si spenderá magari fuori,nel futuro,e non c’è da giurare che il “peggiore della classe”non fará nulla nella vita, magari sará il migliore,quello che superata la fase “formalissima” della scuola dará il meglio di sè ,e porterá il suo “positivo” contributo in seno alla societá,in qualsiasi campo.Sicuramente abbiamo conosciuto esperti che raccontano di essere stati dei pessimi studenti,ormai esperti meccanici,esperti muratori,esperti medici ,esperti architetti,scrittori,per non parlare di alcuni eccellenti scienziati e artisti.Facciamo ogni tanto questo piccolo esperimento,entriamo in classe ,poniamo l’attenzione su quelli meno …..qualcosa ( meno attenti, meno concentrati, meno silenziosi,meno rispettosi) ,diamo loro una possibilitá,spiegamo pure che quello è il loro giorno,una specie di carnevale scolastico,invertiamo i ruoli,rompiamo le cristallizzazioni,alcuni di loro ci stupiranno,e se lo stupore colpisce noi vuol dire che qualcosa ,in modo profondo ,a scuola non funziona.
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