caproni, fedeli e…..enciclopedici
Giorgio Caproni. Ma chi era? Non era nel programma. Ogni anno si scatenano questi discorsi. I soliti discorsi da bar scuola. Ovviamente ognuno ci mette del suo. L’uomo colto della strada chiede. Per capire. E l’intellettuale radical chic dai media risponde: “Plebei, Caproni era un grande poeta, che ne sapete voi?”. Infatti a chi mi chiede (dalla strada) perché il Ministero fa questo, io rispondo: perché gli Esami di Stato sono una cosa seria. Serissima. Infatti il portavoce della commissione di superesperti bussa alla porta della Ministra per farle vedere le tracce. La Ministra si prende il suo tempo, lei che è più esperta dei superesperti, e decreta che ok. Tutto visto in un video-spot del MIUR dal titolo “No panic”.
Poi, niente panico: esce Caproni. Che non è nel programma dice la gente. Ma quale programma?
“Dentro il secolo XX e fino alle soglie dell’attuale, il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello…).” DPR 89 del 2010.
Questo è il testo delle Indicazioni liceali, che giustamente l’uomo della strada non conosce. Esordirà, contemplerà, comprenderà, potrà essere integrato…. I vecchi imperativi futuri della vecchia grammatica latina. Prescrittivi, come i vecchi programmi, con tutto lo scibile letterario.
Solo due cose da dire, nel merito e nel metodo.
Nel merito. Il tempo disponibile, nelle quinte, per realizzare l’enciclopedia letteraria ministeriale, è funzione della capacità degli insegnanti di azzerare tutto l’Ottocento e risucchiarlo nelle quarte (anche se lo stesso MIUR ti chiede di iniziare la quinta con Leopardi, 1798-1837: misteri della fede!). E se anche così fosse, hai voglia di andarli a toccare tutti, questi novecenteschi. E tutte le loro poesie, per beccare quella ministeriale! Senza considerare che nel frattempo una legge uscita cinque anni dopo (107) erode tempo a favore dell’alternanza scuola-lavoro. A meno che il legislatore non pensasse solo a quei quattro studenti eccellenti del Liceo Classico. Ma questo é un altro discorso. Che é meglio evitare nel tempo delle commemorazioni di Don Milani….
Nel metodo. Il centralismo dei programmi ministeriali uscito dalla porta con l’autonomia del 1997 (ma l’uomo della strada questo non lo sa e, ahimé, talora neppure gli insegnanti) è rientrato dalla finestra gelminiana ma fa capolino soltanto agli Esami di Stato, quando il Ministro di turno ed i suoi esperti hanno il loro momento di gloria e tirano fuori quel che par loro. Tanto sanno benissimo che gli insegnanti (quelli che insegnano ovviamente, non quelli che “fatevelo a casa…”), alla faccia degli imperativi futuri, non potranno fare mai tutta quella roba e che faranno sempre quel che è didatticamente possibile.
Com’è giusto e sacrosanto che sia.
Pubblicato il 23 giugno 2017, in Educazione e scuola con tag Esami di stato. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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