In realtà sappiamo bene che proprio la difficoltà e la complessità di materie come il latino e il greco, allenano gli studenti all’apprendimento. Inoltre il valore formativo di queste materie per la costruzione del pensiero logico e per la formazione del pensiero critico è altissimo. D’altra parte sappiamo che i nostri laureati sono apprezzati all’estero per la loro flessibilità cognitiva, per il loro eclettismo, per la capacità di uscire da un dominio di conoscenza: in poche parole per la loro intelligenza. La nostra scuola dunque funziona nel suo impianto di contenuti (Mario Pirani, La Repubblica 26.1.2015)
Archivi Blog
Tutti al classico!!!
La passione per l’ignoranza
Ho sempre avuto passione per l’ignoranza, e ho sempre pensato che fosse un problema intellettualmente stimolante… ma i miei professori non si sono mai appassionati alla mia! Secondo me diventare insegnante vuol dire proprio questo: appassionarsi all’ignoranza, trovare in essa la radice della creatività, della conoscenza, a qualsiasi età.
Daniel Pennac
Il problema non è timbrare il cartellino
“Smettere di andare a traino di qualunque balbettio della politica e riprendere a parlare di scuola, imponendo la discussione, prima che sugli orari dei professori, sul loro profilo professionale. Perché ciò che fanno a scuola è più importante di quanto ci stanno.” (Giuseppe Bagni, Presidente nazionale del CIDI)
La mano destra e la mano sinistra
“… cercare la conoscenza con la mano destra è scienza. Eppure, dire soltanto ciò della scienza significa trascurare alcuna delle sue fonti, poiché le grandi ipotesi della scienza sono doni che giungono dalla mano sinistra. Accettare i contributi dalla mano sinistra significa tenere presente tutto ciò che è impulso, irrazionalità, soggettività, eccezionalità individuale, tutto ciò che la luminosa traduzione o trasposizione della conoscenza (della mano destra) non riesce ad esaurire. Ma la mano sinistra non sta mai sola, così come mai sola troviamo la mano destra. Si tratta di un passaggio dal cuore alla ragione, dove la ragione è questo stesso passaggio. La forza della conoscenza è allora il riconoscimento di non aver tradotto interamente il soggettivo; la sua capacità critica è il saper tornare, sempre, alle suggestioni, ed ai suggerimenti, della mano sinistra”
(J. Bruner)
Avviso ai decisori politici che verranno
“Di riforme epocali ne abbiamo viste fin troppe, non vorremmo quindi vedere nemmeno riforme di sinistra o di destra, ma solo riforme per il bene della Nazione.”
(P.Almirante dal sito della Tecnica della scuola)
Il buon maestro
“Il buon maestro non si costruisce a tavolino. Più importanti delle indicazioni ministeriali, dei corsi di aggiornamento, dei libri di testo sono la solida formazione ricevuta negli studi universitari e – soprattutto – un requisito strettamente soggettivo, anzi psicologico: la fiducia nella possibilità d’incidere sulla massa di adolescenti inerti o distratti, valorizzando i talenti dei singoli individui e assicurando loro la necessaria preparazione disciplinare. Ciò vuol dire che l’insegnante deve, più di quel che valga per altre professioni, credere al lavoro che fa e scommettere su sé stesso, proponendosi agli allievi come un esempio positivo, non usurato dalla routine e non rassegnato alle tante cose che non vanno. Come tutte le scommesse, si può vincere o perdere; ma se si vince, ogni docente – dalle elementari in avanti – resterà un riferimento nitido e costante per l’allievo, anche quando il ragazzo sarà diventato adulto, e la sua lezione non andrà dispersa”.
(Luca Serianni, L’ora di italiano, 2010)